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Visualizzazione dei post da dicembre, 2018

Veglia di Natale giovani: "La vita era luce degli uomini"

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Mercoledì 19 ci siamo trovati a fare la veglia e cena di Natale aperta a tutti i giovani dai 19 anni in su delle parrocchie dell'UP. Eravamo in cinque. Sembravamo proprio a Betlemme quando al momento della nascita di Gesù sono presenti Maria e Giuseppe, in una mangiatoia, al freddo. Il clima era quello. Questo pensiero mi ha spinto a vivere la veglia al meglio nonostante tutto. Nei giorni prima avevo chiesto ad alcuni giovani di lavorare sul prologo del Vangelo secondo di Giovanni (Gv 1,1-18) e scrivere una riflessione personale da condividere durante la veglia. Bello infatti è rileggere la Parola di Dio con le parole di ragazzi e ragazze che, non saranno teologi ma sanno trovare gusto ancora oggi alla Scrittura.  Quando le ho ricevute e le ho lette prima della veglia sono state per me motivo di arricchimento e questo deve essere custodito ma allo stesso tempo essere messo a disposizione di molti. Ecco perché l'articolo di oggi prosegue con le parole stesse di questi cinque

Ritiro Avvento adolescenti: "e noi cosa dobbiamo fare?"

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Domenica 16 dicembre abbiamo vissuto il ritiro di Avvento per gli adolescenti, guidato da don Gionatan. Come ogni ritiro spirituale c'è da ricordarsi sempre che il protagonista non è né chi conduce la giornata (sacerdote, formatore, educatore che sia) né colui che ascolta: il protagonista di un ritiro spirituale (lo suggerisce la parola stessa) è lo Spirito Santo, che tuttavia è veicolato dalla guida e può parlare a chi è in ascolto. Il brano delle Scritture scelto per la catechesi è stato il Vangelo del giorno che ha come ritornello una frase messa sulla bocca di persone di diverse e di diverse estrazioni sociale: "Cosa dobbiamo fare?" Ad aggiornarci su quanto accaduto domenica ho chiesto la collaborazione di una ragazza che era presente (effettivamente c'erano pochissimi adolescenti e col gruppo educatori rifletteremo anche su questo aspetto). La parola dunque a Elisa. Buona lettura. --- Che cos'è un ritiro? Una parola così sembra quasi un simbolo

Relazioni, lo stile del regno

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Con i ragazzi del 2004-2005 ovvero coloro che stanno frequentando la III media e la I superiore, nella prima parte dell'anno abbiamo affrontato il tema delle relazioni. Parlare di relazione è parlare di vita, di ogni vita perché ciascuno è in continuo rapporto con altri, con se e con Dio. Perché parlare di relazioni in un percorso che accompagna la fede degli adolescenti?  Ci sono varie ragioni. La prima, e il Natale ce lo ricorda bene, Dio ha scelto di incarnarsi, di accorciare le distanze una volta per tutte, e dunque di vivere di relazioni calde e accoglienti. Gesù infatti si può dire che nel suo ministero annunci il Vangelo in opere, in parole e in relazioni. Ha scelto di nascere e vivere la sua infanzia e adolescenza in casa, in famiglia, imparando cosa significa prendersi cura dei cari e la responsabilità del lavoro. Molte parabole le avrà immaginate ripensando a casa sua, a cosa faceva Maria mentre cucinava, quando rimetteva a posto le cose; a Giuseppe, al suo modo

Segni di un sogno: percorso giovani 2018-2019

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Cari amici, come vi dicevo, una delle due mansioni che mi sono state richieste è quella di provare ad accompagnare i giovani, ovvero coloro che hanno tra i 19 e i 30 anni al massimo. Chiaramente non essendoci mai stato nulla del genere almeno da qualche anno e almeno a livello di unità pastorale, questo compito diventa quasi impossibile se ragioniamo solo su dei numeri. Ma siccome il nostro è uno sguardo rivolto ai possibili frutti, la nostra concentrazione deve rivolgersi ai processi, processi educativi, processi che richiedono ardimento da un lato e tanto tempo dall'altro.  Questa premessa ci aiuta a entrare nella giusta considerazione del percorso, un percorso rivolto a tutti i giovani ma che per il momento in pochi stanno decidendo di intraprendere. Ma tutto bene: siamo nella logica di Gesù, nella logica dei cinque pani e due pesci. Se dovessimo giudicare i progetti di Gesù mentre era sulla terra dal numero di convertiti e dal numero di seguaci la sentenza verterebbe più s