Segni di un sogno: percorso giovani 2018-2019

Cari amici, come vi dicevo, una delle due mansioni che mi sono state richieste è quella di provare ad accompagnare i giovani, ovvero coloro che hanno tra i 19 e i 30 anni al massimo. Chiaramente non essendoci mai stato nulla del genere almeno da qualche anno e almeno a livello di unità pastorale, questo compito diventa quasi impossibile se ragioniamo solo su dei numeri. Ma siccome il nostro è uno sguardo rivolto ai possibili frutti, la nostra concentrazione deve rivolgersi ai processi, processi educativi, processi che richiedono ardimento da un lato e tanto tempo dall'altro. 

Questa premessa ci aiuta a entrare nella giusta considerazione del percorso, un percorso rivolto a tutti i giovani ma che per il momento in pochi stanno decidendo di intraprendere. Ma tutto bene: siamo nella logica di Gesù, nella logica dei cinque pani e due pesci. Se dovessimo giudicare i progetti di Gesù mentre era sulla terra dal numero di convertiti e dal numero di seguaci la sentenza verterebbe più sul fallimento che per il successo. Eppure Gesù ha vinto, ha vinto la morte, ha fatto trionfare la vita. Eppure è passato da fallimenti, almeno agli occhi degli uomini. Ciò che ci invita a fare, grazie alle sue parole e al suo esempio e non per ultimo grazie allo Spirito che soffia sempre, è di annunciare la parola anche se sappiamo che probabilmente poca di questa finirà sul terreno fertile. La maggior parte di questa semina infatti, ci ricorda Gesù, cade sulla strada, fra i rovi, nell'aridità, ... La parabola del buon seminatore non ha come centro il terreno che sia buono oppure no: al cuore c'è quel seminatore, l'evangelizzatore, l'educatore, a cui è chiesto di annunciare senza logica utilitaristica, senza troppi calcoli, finendo per passare talvolta per uno sprecone. 

E così è nato "Segni di un sogno", il percorso giovani della nostra UP, con una serie di incontri che cade ogni due settimane per dare modo a ciascuno di poter anche personalizzare il proprio percorso arricchendosi anche da altre fonti (corsi ad Assisi, altri percorsi diocesani, ...). Sbagliato sarebbe infatti se l'appuntamento diventasse settimanale. Questa è l'età delle scelte forti, delle scelte personali, delle scelte vocazionali. Vocazionali perché sono appunto "vocate", cioè delle chiamate per nome. Non si può delegare altri per dire il nostro "eccomi". Anche il percorso deve accompagnare ma non dare tutto: è il tempo della ricerca e si ricerca solo quando si capisce che si è mancanti di qualcosa, qualcosa che diventa sempre più necessario, vitale.

Il percorso si incastrerà anche con gli appuntamenti diocesani rivolti ai giovani; la professione di fede, gli esercizi spirituali, il ritiro di Quaresima, ... Questo per alimentare quella dimensione di Chiesa che tante volte vogliamo confinare unicamente alle nostre parrocchie ma che invece è iniziate dal solco di un "fallimento" (sempre agli occhi degli uomini). Quel solco ha lasciato un segno, un segno di misericordia, speranza, carità, fede. Da quel solco dobbiamo ripartire per diventare noi stessi segni di questo sogno che si chiama regno dei Cieli ma che è già stato inaugurato su questa terra.

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