Veglia di Natale giovani: "La vita era luce degli uomini"

Mercoledì 19 ci siamo trovati a fare la veglia e cena di Natale aperta a tutti i giovani dai 19 anni in su delle parrocchie dell'UP. Eravamo in cinque. Sembravamo proprio a Betlemme quando al momento della nascita di Gesù sono presenti Maria e Giuseppe, in una mangiatoia, al freddo. Il clima era quello. Questo pensiero mi ha spinto a vivere la veglia al meglio nonostante tutto. Nei giorni prima avevo chiesto ad alcuni giovani di lavorare sul prologo del Vangelo secondo di Giovanni (Gv 1,1-18) e scrivere una riflessione personale da condividere durante la veglia. Bello infatti è rileggere la Parola di Dio con le parole di ragazzi e ragazze che, non saranno teologi ma sanno trovare gusto ancora oggi alla Scrittura. 
Quando le ho ricevute e le ho lette prima della veglia sono state per me motivo di arricchimento e questo deve essere custodito ma allo stesso tempo essere messo a disposizione di molti. Ecco perché l'articolo di oggi prosegue con le parole stesse di questi cinque giovani. 

Preghiera, l’essenziale (Franci)
"era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo ha riconosciuto".
Troppo spesso non riusciamo a riconoscere Dio nei gesti delle persone che ci stanno accanto, non sentiamo la sua voce e non cerchiamo il dialogo con lui, distratti dai rumori e dagli avvenimenti che ci circondano. La nostra fede viene così messa alla prova, e tale prova, se non superata, ci nega di poter vedere "quella luce che splende nelle tenebre". Sarebbe allora necessario eliminare tutto il superfluo e ritornare all'essenziale dialogo con Dio rappresentato dalla preghiera, una preghiera non solo di richiesta ma una preghiera vera e sincera che proviene dal cuore. Solo in questo modo potremo essere tra coloro che riconoscono Dio come vero Dio e vero Uomo, senza alcuna prova, semplicemente con la forza della nostra fede. 


Fiducia (Chicco)
Ho letto il vangelo, la mia riflessione si basa su una parola..." Fiducia".
In ogni parte di vangelo che ho letto emerge (per me) questa parola, emerge perché ogni volta che l'angelo si mostrava davanti ad Elisabetta, Maria, Giuseppe e il sacerdote hanno creduto fin da subito alle sue parole, senza mai dubitarne. Trovo che questa parola sia molto importante sia nella bibbia sia nella vita odierna, anche se ora come ora la fiducia viene emarginata per diversi fattori che elencherò domani. 

Gesù cammina con noi (Bonzo)
Il Vangelo di Giovanni comincia con la Parola di Dio: “In principio era il Verbo” esattamente come l’Antico Testamento: “In principio Dio creò il cielo e la terra... Dio disse: «sia la luce!»” 
Poco dopo ci viene detto che “il Verbo era Dio” : ciò vuol dire che la Parola e Dio sono una cosa unica, la stessa.
Sotto leggiamo “e lui era la vita e la vita era la luce degli uomini”. L'evangelista Giovanni ci fa capire che Dio rappresenta la Vita come la luce e di conseguenza le tenebre simboleggiano la Morte.
Più avanti si parla di Giovanni il Battista: “egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, non era lui la luce” . Questa cosa mi fa pensare. Giovanni per ciò che diceva veniva spesso scambiato per Gesù e lui, interrogato su questo, rispondeva: “Io non sono il Cristo... Io sono voce di uno che grida nel deserto” . Si dice che venne per dare testimonianza alla luce ovvero per testimoniare la Vita che era presso Dio, che veniva da Dio.
Poi si legge: “Eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi e i suoi non l'hanno accolto”. Questa è già un'anticipazione di quello che accade a Natale: Gesù viene per noi, Dio si incarna in Cristo e noi non lo accogliamo. Non è facile, certo, anche solo seguire quello che Gesù ci ha chiesto: “Ama il prossimo tuo come te stesso” . Credo che sia impossibile per l'uomo, senza l'aiuto di Gesù, amare gli altri ugualmente, allo stesso modo, o meglio come tu vorresti essere amato: si fanno sempre delle differenze.
Veniamo ora al momento più importante: “E il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” . Questa è la nascita di Gesù. Perché lo fa? Lo vedremo più avanti. È però “il primo Dio” che decide di incarnarsi, che decide di scendere sulla Terra e lo fa per capire noi, per capire gli uomini, prova letteralmente a mettersi nei nostri panni. A volte facciamo fatica a metterci nei panni di una persona come noi: immagino lo sforzo e la grandezza di Dio. Se Dio e il Verbo son la stessa cosa, come detto poc'anzi, e se il Verbo facendosi carne si manifesta in Gesù, è anche vero che Dio e Gesù son la stessa cosa. E non è una cosa scontata: un Dio che decide di incarnarsi per capirci meglio. Per comprenderci appieno. E noi che facciamo? Lo mandiamo sulla croce.
Più avanti si dice che “la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo”. Questi versetti mostrano il limite dell'uomo e al contempo la grandezza del Signore. Questi versetti dicono che Dio, usando l'uomo come strumento, è riuscito a far conoscere all'umanità le sue leggi, ma per quanto riguarda la grazia, l'amore e la verità, la bellezza, c'è stato bisogno che Dio giungesse sulla Terra: era l'unico modo. 


Il Verbo (Manzo)
Tra pochi giorni il verbo s’incarnerà nel mondo. Queste parole piene di mistero hanno dato sempre da fare ai fedeli di ogni epoca storica: l’arditezza nell’immagine, della metafora e delle implicazioni di queste poche parole colgono in breve la totalità della buona novella cristiana. Parole che generano altre parole che a loro volta si tramutano in azioni indirizzate a trasformare la realtà, il mondo dell’ebreo. Questa è  la parola di Dio, specialmente quella di Giovanni, il più oscuro e mistico degli evangelisti. Questa lettura risulta quanto mai viva, ora che la responsabilità si delega per un paio di dollari e si preferisce la chat al verbo. E sul verbo dobbiamo interrogarci, dopo aver letto questo iconico passo non posso che non chiedermi: io sto agendo assecondando la manifestazione del verbo? Le mie azioni, tutte, non importa se grandi o piccole,  sono guidate dall’unico precetto che ci ha lasciato Gesù? 


La luce dentro ognuno di noi (Gloria)
In questo Vangelo il Verbo rappresenta la luce che illumina gli uomini ed il loro cammino e per questo Gesù è venuto tra di noi, per dare testimonianza di questa luce e per eliminare le "tenebre" ovvero il male. Poche persone credettero in lui e lo accolsero, ma proprio queste videro la vera gloria e la salvezza. Tra questi vi fu per primo Giovanni che ha accolto Gesù e ha riconosciuto la sua grandezza dicendo appunto: «Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me». Ancora oggi allora dobbiamo credere in lui ed accoglierlo nelle nostre vite, perché solo in questo modo possiamo gustare la vera gioia e vivere una vita serena, cercando come Giovanni di essere testimoni ed esempio per molti, diffondendo la sua Parola. Ed è proprio durante il periodo del Natale che dovremmo cercare di farci testimoni, facendo in modo che Dio possa illuminare di nuovo il nostro cammino per rivivere a pieno la nostro vita insieme a Lui. Infatti spesso il male può indebolirci ma non spegnerà mai la luce che è dentro ognuno di noi anche nei momenti più difficili, e Dio è sempre pronto a ritornare nelle nostre vite appena gliene diamo occasione. Ed è proprio con la sua venuta e con il Natale che questo riavvicinamento può avvenire, portando gioia e serenità in ognuno di noi, proprio come fece Gesù più di 2000 anni fa.


Prologo di Giovanni

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l'hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

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