Ritiro Avvento adolescenti: "e noi cosa dobbiamo fare?"

Domenica 16 dicembre abbiamo vissuto il ritiro di Avvento per gli adolescenti, guidato da don Gionatan. Come ogni ritiro spirituale c'è da ricordarsi sempre che il protagonista non è né chi conduce la giornata (sacerdote, formatore, educatore che sia) né colui che ascolta: il protagonista di un ritiro spirituale (lo suggerisce la parola stessa) è lo Spirito Santo, che tuttavia è veicolato dalla guida e può parlare a chi è in ascolto.
Il brano delle Scritture scelto per la catechesi è stato il Vangelo del giorno che ha come ritornello una frase messa sulla bocca di persone di diverse e di diverse estrazioni sociale: "Cosa dobbiamo fare?"
Ad aggiornarci su quanto accaduto domenica ho chiesto la collaborazione di una ragazza che era presente (effettivamente c'erano pochissimi adolescenti e col gruppo educatori rifletteremo anche su questo aspetto). La parola dunque a Elisa. Buona lettura.

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Che cos'è un ritiro? Una parola così sembra quasi un simbolo; in realtà vuole significare che ci si ritira dentro di sé, per oggi, per questo momento, si fanno due passi indietro per vedere il quadro nel suo completo perimetro, per vedere la nostra storia e la nostra persona con un punto di vista diverso. Ci apriamo a noi stessi, spogli delle superficialità per un secondo.

Questa volta abbiamo preso in considerazione tre argomenti a cui, secondo il mio parere, si passa tante volte davanti senza soffermarsi troppo a guardare; oggi lo abbiamo fatto e li abbiamo fatti rinascere, li abbiamo fatti brillare sotto i nostri occhi, solitamente ciechi.
Tutto dipende, è relativo. Per questo ne abbiamo conversato.

1) Carità. Una parola che io interpreto più come “aiuto in tutto quello che posso, con tutto quello che ho” per arricchirmi e per lasciare qualcosa di mio a qualcun'altro che ne prenderà il possesso; cose di tutti i generi, concrete o astratte che siano, grandi e piccole che siano, importanti o meno per me che possono rivelarsi essenziali per il prossimo.
2) Superfluo. Ciò che condiziona, che tormenta soprattutto le nostre di giornate da adolescenti, il superfluo di per sé non serve come dice la parola stessa, è qualcosa di inutile come le dipendenze che creano una sorta di pozzo senza fine per il desiderio di possedere qualcosa, fare una certa azione abitualmente; il superfluo ci ruba tempo, intelligenza e personalità eppure a volte ciò che può risultare tale, per noi si rivela essenziale.
3) Forza. Qual è il nostro punto di forza? e come lo sfruttiamo? lo usiamo senza pensarci tanto su? esiste o semplicemente non sappiamo quale sia? come ci trasformano? cosa ci rendono e cosa ci fanno vivere con gli altri? Tutto dipende, da noi, dagli altri.

Queste tre cose hanno lati positivi e negativi e che soprattutto portano conseguenze, anche non volendolo.
Questo ritiro ci è servito per guardarci meglio, capirci, porci domande che normalmente non esistono nella nostra routine. È stato bello perché è sempre bello conoscersi, non facile, non difficile, insolito sì e molto utile.

Io personalmente sono uscita contenta, con le idee più chiare. Essere come sono stata sarebbe una cosa da fare più spesso, porta a galla un po' di cose che fanno riflettere.
Non intendo parlare del come vivo ognuna delle tre situazioni, mi limito a dire questo, perché l'importante è quello che lasciano dentro, conta quello che portano, cosa creano dentro di noi.
A me è servito per riaccendere una lampadina che a volte si fulmina o si scorda del suo ruolo.

Elisa, 16 anni di Santa Croce

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