Settimana Immunitaria @ Gavassa

Affermare che stiamo vivendo un periodo difficoltoso in quanto educatori e catechisti potrà risultare prosaico e banale ai più, ormai sfiniti da questa catastrofe collettiva, in cerca di storie e situazioni “consone” con l’afa e la voglia di ferie, ma facendo così non renderei giustizia all’impegno e allo sforzo che con i miei amici-compagni educatori abbiamo speso da quando è iniziata l’emergenza sanitaria, impegno che è culminato con questa fantomatica settimana immunitaria. Dico questo non per tirare l’acqua al nostro mulino o tantomeno farci belli agli occhi di te che stai leggendo, quanto per cercare di contestualizzare un’esperienza splendida  nata nelle circostanze più infauste che mi auguro servirà in futuro da esempio per chiunque vorrà proporre un’esperienza educativa a trecentosessanta gradi e avrà la pazienza di leggere fino in fondo.

“Settimana Immunitaria” è un fortunato gioco di parole che mi è venuto in mente mentre cercavamo di elaborare un’offerta formativa estiva per i nostri ragazzi (2004-05 di Gavassa) che soddisfacesse le norme anti-Covid e al tempo stesso fosse un degno rimpiazzo per il  campo/interrail lungo l’Italia che avevamo inizialmente pensato per loro. Così su due piedi mi rendo conto che possa sembrare un’impresa piena di insidie e ostacoli ma una volta focalizzati i limiti da rispettare, distanziamento e preferenza per le attività all’aperto, piano piano, confrontandoci tra di noi e il rispettivo bagaglio di esperienze vissute, i “tasselli” che avrebbero composto le sette giornate di attività sono emersi uno ad uno.

Per prima cosa, da buona esperienza educativa inserita in un percorso umano e spirituale che si rispetti, abbiamo circoscritto un tema, nel nostro caso la discriminazione nelle sue molteplici sfaccettature, e puntato per gli incontri pomeridiani su una tipologia di dinamica ormai poco in voga nella nostra società nevrotica e individualista: il dibattito. Una volta scomposta la tematica per giorni abbiamo condito  i vari dibattiti con attività secondarie: ispirandosi ai giochi di ruolo, per esempio dando dei canovacci da rispettare durante la discussione, usato canzoni del momento come spunto di riflessione (sì, sto parlando del tanto odiato rap/trap), o declinato il tema in relazione alla loro esperienze di vita, tutto fatto per  evitare  che i nostri amati adolescenti dalla soglia di attenzione molto breve si ammorbassero troppo, eventualità che con questi  piccoli accorgimenti nel nostro caso non si è verificata. A questi primi momenti "contenutistici" abbiamo associato, dopo la sacrosanta merenda a base di ghiacciolo, vari giochi che si potessero svolgere nel rispetto della normativa: ninja, il canzoniere, pictionary per citarne alcuni.

Se questa è stata la nostra routine durante i pomeriggi, per le due serate e la mattinata  abbiamo optato per diversificare ulteriormente l’offerta educativa: se da un lato abbiamo scelto di dedicare una serata ad un Cineforum coerente al tema, la scelta del film è ricaduta sulla pellicola del 1995 La Haine, e la serata conclusiva  a giochi un po’ più spensierati, Just Dance e l’intesa vincente, dall’altro abbiamo deciso di valorizzare il territorio nostrano  con una gita in bici a Bagnolo attraverso la nostra campagna passando per l’Oratorio della Madonna dell’Olmo, con infine prove di varia difficoltà da effettuare in autonomia dai ragazzi con l’aiuto della cittadinanza bagnolese. Non voglio dilungarmi oltre nella descrizione delle attività svolte e dai vari accorgimenti presi per mantenere vivo l’interesse, ma vorrei in chiusura soffermarmi su quello che potrebbe essere la “morale” di questa settimana atipica e singolare: non abbiate paura di rischiare.

Con questa chiosa un po’ retorica e arrogante per alcuni, sono solo uno sbarbatello universitario qualsiasi, voglio solamente sottolineare quanto esperienze come questa, con i suoi limiti e i suoi margini di miglioramento, non nascono da illuminazioni divine o titoli di studio roboanti ma dalla volontà di non lasciarsi sopraffare dalle situazioni avverse e dalla consapevolezza dell’importanza di portare gli insegnamenti di Gesù a coloro i quali hanno in mano le chiavi del nostro futuro e che troppo spesso sono in balia di modelli di vita nichilisti e votati solo alla ricerca di un benessere effimero.

Ringrazio ancora Francesca ed Alessio per avermi accompagnato in questa splendida avventura e mi auguro di poterne vivere molte altre insieme.

 


Federico Manzotti
Educatore Gavassa 2004-2005


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