Eco di parole di fronte alla Parola

Come coordinamento di pastorale giovanile della zona ci siamo incaricati di aiutare gli educatori degli adolescenti a favorire una riflessione sulla pagina del Vangelo di domenica 24 gennaio, la domenica della Parola. 

Non è facile leggere la Bibbia insieme ai ragazzi: il tentativo di mettersi in cerchio, ascoltare e condividere un pensiero può funzionare con gli adulti, ma spesso diventa fallimentare con i teenager.

Così ci siamo collegati a distanza con gli educatori per due volte. La pri
ma per spiegare l’iniziativa della UP e vedere se già qualche idea poteva emergere. La seconda per condividere i passi fatti nei diversi gruppi e capire che format dare alla restituzione finale.

Volevamo dare valore alle riflessioni dei ragazzi, parole nate dall’incontro con la Parola. Gli educatori sono stati bravi a sviscerare il brano della chiamata di Pietro e compagni attraverso domande che potessero arrivare al concreto dei vissuti degli adolescenti. Ma come fare una restituzione che potesse risultare calda, emozionante, veloce e chiara?

Un’unica soluzione non ci permetteva di rispettare questi vincoli, per cui abbiamo optato per utilizzare più strumenti.

Il primo è stato quello di estrapolare da ogni contributo dei ragazzi alcune parti significative e realizzare in un secondo momento dei segnalibri che chiunque fosse venuto alla celebrazione avrebbe potuto trovare ad aspettarlo al proprio posto. Questo piccolo segno ha un significato: come la Parola, che ti raggiunge e non sei tu che vai a sceglierla, così le parole dei giovanissimi, spesso accusati di mutismo in contesti di meditazione, erano stampate per gli adulti proprio come un regalo.

Il secondo strumento è stato l’utilizzo di mentimeter, una app che aiuta a sintetizzare con parole chiave, rendendo più grandi le parole che si ripetono e rendendole dunque maggiormente visualizzabili. Così, mentre Davide (coordinatore) e Damiano (educatore) leggevano i contributi dei ragazzi, venivano proiettate sul muro della chiesa le rispettive parole-chiave.

La restituzione si è completata con un mio intervento finale in cui ho sottolineato come le parole più ricorrenti fossero state “paura” e “fiducia”. Infatti l’antidoto alle paure che la vita ci pone innanzi non è, come spesso crediamo, il coraggio, bensì la fiducia, che non è altro che la sorella più piccola della fede. La fede ci toglie la paura della morte perché è credere che sei amato e amata per ciò che sei: sei amata da Dio senza condizioni! Lasciamoci amare!

Ecco il messaggio in sintesi che riportiamo dal confronto con la Parola.


Ciri

Coordinatore PG Paolo VI


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